Nell’ultimo decennio dell’Ottocento Herbert Percy Horne venne a Firenze, avendo ricevuto l’incarico di scrivere un libro su Sandro Botticelli per le edizioni Bell di Londra.
Acquistò il quattrocentesco Palazzo Corsi (in origine destinato alla famiglia Alberti), dove ora è ospitato il Museo Horne che è aperto al pubblico dal 1921, con 8 Sale e circa 5.000 pezzi esposti (mobili, pitture, sculture, monete, sigilli, ceramiche, stoffe).
Lo studioso inglese si appassionò così tanto all’arte del Rinascimento da sentirsi emotivamente calato in quel tempo. Di conseguenza, si batté strenuamente contro la distruzione del centro storico fiorentino.
Egli voleva soprattutto che il suo palazzo rappresentasse un esempio di dimora signorile del Rinascimento. All’ultimo piano dell’edificio è collocata la cucina con pentolame e arredi originali, scelti dallo stesso Horne, ma l’arredamento delle altre stanze fu completato dopo la morte del collezionista, che lasciò il suo patrimonio alla città di Firenze, includendovi opere come una Madonna di Bernardo Daddi, il Polittico di Santo Stefano attribuito a Giotto e una Madonna col Bambino attribuita a Simone Martini.
All’interno di Casa Horne ci sono anche una biblioteca e un archivio e vengono organizzati, oltre alle visite guidate, percorsi educativi con laboratori per le scuole e per le famiglie.
Di recente sono state allestite, nel piano interrato, alcune sale dedicate alla Firenze del Medioevo, con supporti multimediali.