Villa Dianella Fucini, ubicata in un vasto giardino in posizione panoramica sulle colline, è una costruzione medicea della fine del XVI secolo; fu a lungo usata come casino di caccia.
Nel parco secolare, in una cappella gentilizia, è stato sepolto lo scrittore Renato Fucini (dunque, si tratta di una delle “Case della Memoria” della Regione Toscana). Egli trascorse gli ultimi anni in questa abitazione, avuta in eredità dal padre, spesso svagandosi a Castiglioncello.
Renato Fucini è conosciuto pure con lo pseudonimo di Neri Tanfucio, anagramma di nome e cognome con cui ha firmato alcune opere. Egli fu anche perito agrario, insegnante e ispettore scolastico, e visse in diverse città della Toscana. Tra le sue opere, spesso dedicate al mondo contadino a lui vicino, si possono rammentare le seguenti: Le veglie di Neri, All’aria aperta, Scene e Macchiette, Nella campagna toscana, Cento sonetti in vernacolo pisano, e il reportage Napoli ad occhio nudo: Lettere ad un amico.
Nella prima metà del Novecento Villa Dianella Fucini subì alcuni passaggi di proprietà. Sono stati Francesco e Veronica Passerin d’Entrèves a curare il restauro del borgo con eleganza e semplicità, mantenendo il clima ospitale di sempre. Ora è possibile organizzare matrimoni, ricevimenti e convegni in un’atmosfera da sogno, tra le comodità di un Bed & Breakast e la tradizione rinnovata della Fattoria di Dianella.
Villa Dianella Fucini, ubicata in un vasto giardino in posizione panoramica sulle colline, è una costruzione medicea della fine del XVI secolo; fu a lungo usata come casino di caccia.
Nel parco secolare, in una cappella gentilizia, è stato sepolto lo scrittore Renato Fucini (dunque, si tratta di una delle “Case della Memoria” della Regione Toscana). Egli trascorse gli ultimi anni in questa abitazione, avuta in eredità dal padre, spesso svagandosi a Castiglioncello. Renato Fucini è conosciuto pure con lo pseudonimo di Neri Tanfucio, anagramma di nome e cognome con cui ha firmato alcune opere.
Egli fu anche perito agrario, insegnante e ispettore scolastico, e visse in diverse città della Toscana. Tra le sue opere, spesso dedicate al mondo contadino a lui vicino, si possono rammentare le seguenti: Le veglie di Neri, All’aria aperta, Scene e Macchiette, Nella campagna toscana, Cento sonetti in vernacolo pisano, e il reportage Napoli ad occhio nudo: Lettere ad un amico.
Nella prima metà del Novecento Villa Dianella Fucini subì alcuni passaggi di proprietà. Sono stati Francesco e Veronica Passerin d’Entrèves a curare il restauro del borgo con eleganza e semplicità, mantenendo il clima ospitale di sempre. Ora è possibile organizzare matrimoni, ricevimenti e convegni in un’atmosfera da sogno, tra le comodità di un Bed & Breakast e la tradizione rinnovata della Fattoria di Dianella.